Aristide Gualtieri

Aristide Luciano Gualtieri, originario di Rota Greca, lasciò il suo paese per raggiungere Montelepre in provincia di Palermo per ricoprire il ruolo di tenente dei Carabinieri. Fu assassinato il 23 dicembre del 1943, responsabile agli occhi del giovane bandito Salvatore Giuliano di aver infierito sul padre per costringerlo a rivelare il suo nascondiglio all’inizio della latitanza.

 

 

 

Dal libro “Mio fratello Giuliano. La vera storia” (pp. 61-62)

di Marianna Giuliano e Giuseppe Sciortino Giuliano ©

 

 

Dal vicolo della torre si affacciò sulla piazza. Essa pullulava di carabinieri e di mezzi. Ma l’attenzione di tutti era rivolta verso la via Castrenze Di Bella, strada principale del paese, da dove erano in arrivo gli arrestati. Salvatore Giuliano avanzò allo scoperto per qualche passo e gridò con quanta voce aveva in corpo:

 

“Vigliacchi! Sono io quello che cercate! Lasciate libero mio padre e quella povera gente! Prendete me, se ne siete capaci!”

 

Rabbiose raffiche di mitra e di fucileria fecero eco alle sue parole. Le pallottole gli sibilarono tutt’intorno ma rimase incolume. Tornò a ripararsi nel vicolo della torre. La gragnuola di colpi non si attenuò. Anzi, col sopraggiungere degli altri militi, s’intensificava di secondo in secondo.

Giuliano riuscì a sparare solo tre colpi che, purtroppo, risultarono di una precisione micidiale. Un carabiniere, certo Aristide Gualtieri, cadde fulminato. Altri due rimasero feriti. Ormai la sparatoria aveva assunto una tale intensità di fuoco che Giuliano dovette rinunciare alla lotta e fuggire.

 

 

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